Il nuovo sito di La Repubblica, uno sguardo dietro le quinte

federico badaloni
5 min readOct 22, 2020

Il 19 ottobre, al termine di un anno di lavoro, abbiamo pubblicato online una versione completamente rinnovata di La Repubblica. Un cambiamento che non riguarda soltanto l’aspetto, ma anche il modo di lavorare della redazione. Ecco gli interventi che abbiamo fatto, perché li abbiamo fatti e come abbiamo lavorato.

Gli interventi che balzano all’occhio

In homepage ora ci sono titoli molto più corti, nella maggior parte dei casi non hanno sommari e hanno quasi sempre un solo link. C’è maggiore distanziamento fra le notizie, ci sono molte meno immagini e c’è una organizzazione tematica più marcata delle titolazioni. L’intera pagina è scandita in una successione di blocchi orizzontali.

Abbiamo rivisto la testata: ora è più grande e si trova in un’area molto più sgombra di prima. Al posto dei loghi di “R+”e “Rep:”ora compare una “R” bordata di nero.

Le homepage di tutti i settori della testata sono state potenziate: le edizioni locali, le sezioni tematiche e gli inserti dispongono ora delle stesse possibilità espressive della homepage principale.

La pagina del singolo contenuto ha una grafica completamente rinnovata, più leggibile e con diverse possibilità di configurarne i contenuti.

…e quelli più profondi

Ogni fascia orizzontale può ospitare diversi blocchi di notizie che sono configurabili in molti modi per rispondere al meglio alle esigenze giornalistiche. Abbiamo creato infatti una libreria di layout disponibili per ogni blocco. Alcuni esempi: un layout contiene una notizia larga quanto tutta la pagina, accompagnata da alcune notizie di approfondimento posizionate sotto di essa, un altro ha una foto di dimensioni inferiori e mostra le notizie di approfondimento sulla destra, un altro mostra la notizia principale in mezzo e le informazioni correlate sia alla sua sinistra che alla sua destra. Ci sono anche dei layout pensati per mostrare notizie che hanno tutte lo stesso grado di importanza.

Per noi, una vera rivoluzione è nelle pagine dei singoli articoli, o “di dettaglio” come le chiamiamo. Mentre prima, al momento della creazione di un nuovo contenuto, la redazione doveva scegliere fra un insieme ristretto di modelli di pagina, oggi abbiamo costruito un unico modello capace di seguire l’eventuale evoluzione della notizia che contiene. In altre parole, questa nuova pagina è talmente flessibile da riuscire ad accogliere una breve notizia e dare conto dei suoi sviluppi diventando una vera e propria homepage dedicata ad un fatto o a un evento.

Tutte le pagine del sito sono realizzate in modo da adattarsi alla dimensione del monitor di chi le osserva: dal telefono allo schermo di un pc, cioè sono pagine responsive. La redazione dunque produce un solo sito per tutti i dispositivi. E il progetto di ogni pagina è stato fatto proprio a partire da come essa si sarebbe visualizzata sugli smartphones. Questa scelta ha reso la parte di progettazione molto più difficile, ma anche molto più entusiasmante.

Perché li abbiamo fatti

L’articolazione delle homepage in fasce orizzontali serve proprio a garantire che la gerarchia assegnata alle notizie sia coerente attraverso i vari device. Se avessimo mantenuto una colonna verticale sulla destra, ad esempio, essa sarebbe inevitabilmente finita in fondo alla colonna centrale sugli schermi più piccoli. Una notizia in testa a questa colonna sarebbe stata dunque ben visibile e importante nella visualizzazione desktop, ma sarebbe diventata una delle ultime notizie nella versione per mobile. In questa nuova pagina, ogni blocco orizzontale resta al suo posto e si adatta alle dimensioni del monitor, e le notizie che si trovano all’interno si dispongono lungo una linea verticale mantenendo la gerarchia assegnata dalla redazione.

I titoli più asciutti e la parsimonia nell’uso dei sommari servono a rendere le notizie più immediatamente comprensibili, ad invogliare i nostri lettori a cliccarci su e navigare anche nei livelli interni del sito. Questo aumenterà la permanenza sul sito e migliorerà il rapporto fra utenti e pagine viste.

È una homepage dove prevale il testo: le immagini sono importanti, ma solo quando aggiungono qualcosa alla notizia. Altrimenti aumentano soltanto il nostro sforzo cognitivo e diminuiscono il numero dei titoli che riusciamo a vedere in una stessa schermata sul cellulare.

La possibilità di avere un unico modello di pagina di dettaglio, capace di crescere con la notizia, fra le altre cose ci offre un vantaggio nella visibilità su su Google. In questo modo infatti, quando la redazione si trova di fronte a una notizia che muta e si arricchisce nel corso del tempo, può seguirne gli sviluppi estendendo e modificando a piacimento (e in autonomia) la stessa pagina fino a farla diventare una homepage tematica, senza dover cambiare url.

Abbiamo voluto concentrare gli sforzi sulle pagine di dettaglio perché ognuna di esse è potenzialmente un punto di ingresso nel sito, e -in generale- il complesso di queste pagine lo è molto più della homepage principale: le condivisioni sui social media e le ricerche sui motori di ricerca ci conducono infatti, per la maggior parte delle volte, proprio su singoli contenuti.

Il fatto di utilizzare un unico modello di pagina di dettaglio e di homepage di settore, unito alla scelta di un impianto responsive, è per noi un grande passo avanti dal punto di vista dell’ottimizzazione dei processi di manutenzione e di evoluzione del prodotto.

La maggiore pulizia della testata serve ad evitare di generare nei nostri lettori la sensazione di trovarsi di fronte ad un ambiente saturo, rumoroso, complesso. Vogliamo essere diretti, semplici e ordinati. La riconduzione dei due loghi dei prodotti a pagamento “R+” e “Rep:” ad un’unica proposta di valore, la “R” bordata di nero, va nella stessa direzione e prelude a nuovi sviluppi che è presto anticipare.

Come abbiamo lavorato

Lo raccontavo a proposito dell’altra grande fatica dell’estate 2020, i Content Hub: i progetti più difficili li affrontiamo in team multidisciplinari dove tutti i membri sono pari fra loro, dove si lavora assieme dalla concezione alla realizzazione, dove si suddividono le cose da fare in piccoli cicli di una settimana. Questa volta l’intero arco di lavoro è durato un anno, non soltanto perché La Repubblica è un sito molto complesso a cui lavorano centinaia di persone contemporaneamente, ma anche perché abbiamo avuto la necessità di rilasciare tutte le parti assieme: la nuova homepage, le nuove pagine di sezione, le nuove pagine di dettaglio. Nella prima fase del lavoro, abbiamo dedicato molto impegno alla progettazione funzionale. Questo ci ha permesso di ricavare rapidamente un elenco di requisiti e di compiti da suddividere fra di noi attraverso Wrike, uno strumento che facilita la collaborazione su progetti complessi e che si è rivelato fondamentale avendo noi lavorato per la maggior parte del tempo da casa.

Come è facile intuire la struttura interna alla homepage, il nuovo modo di fare i titoli, il potenziamento delle pagine di settore, la disponibilità di pagine di dettaglio che crescono assieme alla notizia che narrano, introducono cambiamenti importanti nel modo di lavorare della redazione di Repubblica. Non sarebbe stato possibile realizzare tutto questo senza una volontà fortemente condivisa, sia dall’intera catena di comando della testata, sia trasversalmente a tutte le strutture GEDI.

Svolte così importanti non si compiono in un giorno. Siamo ad un nuovo inizio: ci vorrà del tempo perché la redazione impari a sfruttare appieno tutte le nuove potenzialità che questo nuovo ambiente digitale le offre e saranno d’altro canto necessari continui aggiustamenti e migliorie negli strumenti espressivi. Ma è un cammino che ci entusiasma e ci unisce. Tutti.
Non era facile, non era scontato.

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